lunedì 1 ottobre 2007

In panchina vacci tu!



Care tutte e cari tutti,


questo blog nasce dall'esigenza di incardinare un dibattito sui temi dell'equiparazione dell'età pensionabile di uomini e donne e di una seria e lungimirante riforma del welfare.


Il nostro slogan è appunto "In pachina vacci tu!".

Un grido che racchiude i concetti di equiparazione, innalzamento dell'età pensionabile ma anche di inclusione sociale e crescita per il nostro Paese.


Sono passati più di trent’anni dalla rivoluzione sessuale. Qualcuno continua a combattere, ma tutto rotola nell’indifferenza. Quella stessa indifferenza che ha accolto la proposta di equiparazione dell’età pensionabile tra uomini e donne avanzata dal Ministro Emma Bonino e da Radicali Italiani.


Qualcuno spesso ripete non a torto che per non essere “antipopolari” bisogna rischiare. E bisogna rischiare di usare non parole come “rivoluzione” sessuale, bensì un binomio più attuale e importante come il concetto di “evoluzione sociale”. Rischieremo ancora una volta l’impopolarità per non essere antipopolari, con questa battaglia fondamentale per il nostro Paese, per i diritti civili, per la giustizia sociale e per l’economia e la sostenibilità del nostro sistema.
Entriamo più nel merito della questione e cerchiamo di appassionare i più scettici che ritengono questa proposta particolarmente indigesta.

Se è vero che in Italia le donne hanno una disparità salariale in linea con gli altri paesi europei, partendo dall’assunto e da una suddivisione dei ruoli a nostro parere alquanto arbitraria che vede le donne dover guadagnare necessariamente meno degli uomini, è vero anche però che nel nostro paese le donne che lavorano sono ancora troppe poche rispetto alla media dell’Unione.
E’ altresì vero che le donne hanno una vita lavorativa assai più complessa per la mancanza di servizi sociali e di un welfare che le aiuti nella conciliazione tra vita familiare e vita lavorativa: asili nido, part time, ammortizzatori sociali …

Ovviamente nel bel mezzo del nostro ragionamento, partiamo sempre dal presupposto che barcamenarsi tra famiglia e lavoro sia una competenza femminile, nonostante si parli di rivoluzione sessuale, di papà più presenti e via discorrendo.

Perciò, cercando di non cadere in trappola dopo poche righe, ci mordiamo la lingua, ma andiamo avanti, tanto per non cedere ad una sorta di vetero femminismo che sembra non andare più di moda.

Insomma si dà per scontato che le nuove generazioni di donne debbano lavorare di meno, occuparsi della famiglia e, se avanza, anche della cura dei nonni.
Si dà per scontato che noi, benché non tutte metalmeccaniche, dobbiamo usurarci per forza ( forse per via della maternità o della menopausa?) e quindi noi si debba andare in pensione prima degli uomini in Italia e prima di tutte le altre nostre colleghe europee.
Forse in Italia le donne sono fatte di pasta diversa rispetto alle donne europee?
Sì dà per scontato che se ammogliate abbiamo la pensione del marito, così da goderci insieme le nostre miserie, nel caso vedove, abbiamo la pensione di reversibilità del de cuius.
Il caso delle single al momento non è pervenuto, quindi in questa ultima circostanza chi è single ed è pure donna, bisogna dire che la miseria se l’è proprio andata a cercare, stando a come vanno le cose.

Ci accontentiamo di una sorta di constatazione amichevole tra automobilisti, di un “risarcimento danni” del tutto iniquo che, in cambio di un welfare che non funziona, ci consente oggi di andare in pensione prima e secondo concetti un po’ sessisti, oppure desideriamo che le cose cambino davvero?
Mantenere lo status quo significa ratificare che le donne debbano andare in pensione con una miseria e doversi godere quella miseria in solitudine o tirare avanti necessariamente in compagnia. Non innalzare ed equiparare l’età pensionabile significa costringere le nuove generazioni a doversi barcamenare tra impegni lavorativi e famiglia alla meno peggio conducendo una esistenza necessariamente difficile e dai ritmi sfiancanti in mancanza di un welfare che ci aiuti nei momenti di difficoltà e di servizi sociali, come asili nido, assistenza per gli anziani, che ci mettano nelle condizioni di vivere serenamente.


Aspettiamo i vostri commenti e vi diamo appuntamento su RADIO RADICALE, IL VENERDI' ALLE 15.00 E REPLICA ALLE 23.00.


Questa settimana faremo il punto della situazione con il Ministro Emma Bonino.

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