mercoledì 17 ottobre 2007

RADIORADICALE: tutte le puntate di In Panchina Vacci Tu

Qui tutte le puntate precedenti di In Panchina Vacci tu, trasmissione a cura di Valeria Manieri

http://www.radioradicale.it/rubrica/183


Tieni l'orecchio a Radio Radicale, perchè va in onda random...ma c'è sempre!!!

Nelle puntate precedenti:

21 settembre 2007:
Conduce: Valeria Manieri.
Ospiti in studio:
Cinzia Dato (deputata Rosa nel Pugno)
Donatella Poretti (deputata Rosa nel Pugno)

Collegamenti telefonici con:
Rossella Canevari e Virginia Fiume, autrici di Voglio un mondo rosa shokking

27 settembre:

conduce Valeria Manieri
Ospiti in studio:
Angela Padrone, vice caporedattore centrale de "Il Messaggero" e autrice del libro
Maria Leddi Maiola (deputata L'Ulivo)

interviste per strada da Milano: Virginia Fiume

8 ottobre

intervista di Valeria Manieri al Ministro per le politiche comunitarie Emma Bonino

12 ottobre
Intervista di Valeria Manieri a Fiorella Kostoris e Teresa Arm
osino





RASSEGNA STAMPA- CURIOSITA': le donne costrette a essere cattive?

Articolo tratto da:

Corriere della Sera 13 ottobre 2007


Come ve lo immaginate il cattivo
di una grande multinazionale con grandi colpe? Bè, immaginatela cattiva. Una cattiva ben vestita, sfiancata dalla fatica di far carriera, in ansia per il nuovo incarico di potere. E terrorizzata quando capisce che il lavoro sporco tocca a lei. Donne così, cattive per forza, in Occidente ce sono sempre di più; il loro ritratto geniale/estremo e il loro peggiore incubo lo si vede da una settimana in un film, Michael Clayton di Tony Gilroy. L’antagonista di George Clooney-Clayton è il nuovo capo dell’ufficio legale della U/North, multinazionale chimico-biotech: Karen Crowder, interpretata da Tilda Swinton; bravissima nel mostrarsi, nella sua ambizione, insicura e imbranata.

Tilda Swinton in Michael Clayton
Karen-Tilda pensa di farcela grazie alla preparazione ossessiva e allo stile di lavoro garbatamente secchione. Rapidamente scopre che deve fare di più e di peggio. Deve essere lei, non il presidente che se la porta sempre dietro come superbadante-factotum, a trattare con gli addetti (ufficialmente inesistenti) alle attività illegali della multinazionale: intercettazioni, pedinamenti e omicidi. Deve essere lei, chiamata di corsa dal cupo Verne, a parlare con lui in mezzo a una strada di notte; a decidere cosa fare dell’avvocato impazzito con in mano il rapporto che prova come centinaia di agricoltori siano morti di cancro per un diserbante della U/North. E a tremare di paura nel cappotto di cammello quando Verne le chiede: «Va bene cosa? Va bene ho capito o va bene procedo?». E a rispondere «va bene proceda», e il giorno dopo l’avvocato è morto. E qualche giorno dopo, siamo al cinema, finisce male lei.
All’uscita del cinema in quanto sala, intanto, capitano discussioni da mondo alla rovescia. Maschi neanche politicamente corretti a commentare «certo che film misogino, che cliché di donna in carriera sola e maniacale pronta a ordinare omicidi pur di conservare un po’ di potere». E femmine tutt’altro che casalinghe, magari con gran lavori, magari come Tilda-Karen workaholic e singole, a replicare «no, è tutto vero, più vero del vero. L’angoscia nel rendersi conto di dover fare porcherie, e poi il ritrovarsi a farle. Quella potrei essere io, anzi fino all’omicidio no, non potrei essere io, ma qualche mia amica forse sì». Sì perché le donne sono diventate cattive? O perché diventano importanti solo le donne cattive? Oppure perché, per diventare importanti, le donne devono accettare ruoli da cattiva? Sono gli unici (importanti) che a loro offrono, spesso, sostengono alcuni studiosi. Dicono che c’è ancora, ma un po’ meno spesso, il buon vecchio glass ceiling: il soffitto di vetro, che, invisibile maimpenetrabile, blocca le carriere femminili. Ora si porta il glass cliff, il burrone di vetro. Le donne vengono promosse; ma promosse ai posti di responsabilità più rognosi e rischiosi. A rischio di perdita della reputazione, e di fallimento.
Il termine glass cliff è stato inventato da un gruppo di ricercatori dell’università di Exeter, in Inghilterra, coordinati dagli psicologi Michelle Ryan e Alex Haslam (lo studio si può leggere su Internet, il sito si chiama ovviamente The Glass Cliff). Comparando risultati di aziende e settori di aziende e presenza di capi donna, il gruppo di Exeter ha concluso che «alle donne vengono dati molto più spesso che agli uomini incarichi manageriali in settori con basse performances» se non in situazioni critiche. Così, «alle donne dirigenti succede molto più spesso di trovarsi sull’orlo di un burrone di vetro che ai dirigenti uomini; per questo le loro posizioni di leadership sono più rischiose e precarie».
Ma le accettano lo stesso: «Succede perché le donne hanno ancora tante difficoltà ad arrivare in cima. E quando gli viene offerto un ruolo manageriale colgono l’opportunità, per quanto possa essere un ruolo difficile. Gli uomini hanno più scelta ». Mentre le cattivissime ragazze capo diventano tali causa opzioni scarse: accettano posti rischiosi pensando «quando mi ricapita un’occasione del genere, potrebbe essere la prima e l’ultima per provare quanto sono brava». E allora dicono di sì, e vengono regolarmente complimentate con frasi come «Però, è una bella sfida» (lo dicono aTilda Swinton nel film, è capitato amolte di noi; Tilda Swinton risponde con più grazia di molte di noi perché si è preparata prima). Anche perché, ha spiegato Ryan in un’intervista al Guardian, quando una donna accetta un posto rischioso non può contare su grandi appoggi; molto meno degli uomini con posti simili, sicuramente (sarà anche questo un luogo comune, ma a Exeter ci hanno fatto degli studi).
Succede nel mondo anglosassone, succede nei film, ora succede anche in Italia, alle volte. Se si chiede (anonimamente) a donne con ruoli importanti arrivano risposte come: «Altro che. L’ultima è di questi giorni, mi son sentita dire "vabbé, ci sono un po’ di errori nel bilancio, vedi un po’ tu cosa puoi fare". Ora sto rivedendo il bilancio, e se non quadra la colpa èmia». Oppure: «Sì, Michael Clayton l’ho visto, e Tilda Swinton mi è piaciuta. Maora vorrei un film in cui ha la stessa parte, è cattiva sul serio, e invece di fare per forza la mandante di killer manda i killer ad ammazzare il presidente. Il mio? No, alla fine gli voglio bene, è che sono troppo buona». Come parecchie nuove cattive, effettivamente.


Maria Laura Rodotà

lunedì 15 ottobre 2007

HANNO SOTTOSCRITTO L'APPELLO

Hanno sottoscritto l'appello (QUESTO APPELLO!!!)

senatrice e premio Nobel Rita Levi Montalcini,

Cinzia Dato(Rosa nel Pugno),

Maria Leddi Maiola (L'Ulivo),

Maria Teresa Armosino (Forza Italia, già Sottosegretario al Ministero dell'economia e delle finanze nel Governo Berlusconi),

Jole Santelli (Forza Italia),

Donatella Poretti ( Rosa nel Pugno),

la Professoressa ed economista Fiorella Kostoris ,

Angela Padrone vice caporedattore centrale de Il Messaggero,

José Rallo, imprenditrice Donnafugata,

la comica Luciana Littizzetto

Amministratore Delegato di Italia Lavoro Natale Forlani

Marilisa D'Amico, professoressa di Diritto Costituzionale presso l'Università degli Studi di Milano

venerdì 12 ottobre 2007

1987...che differenza c'è?

20 ANNI FA.
ASCOLTATE...E PROVATE A DIRMI SE LE COSE SONO CAMBIATE...


la pensione a cinquant'anni??





IL DEBITO PUBBLICO



materiale pubblicato traendolo da www.radioradicale.it
www.youtube.com/radioradicale


PER FIRMARE L'APPELLO SULL'EQUIPARAZIONE DELL'ETA' PENSIONABILE TRA UOMINI E DONNE! FIRMA QUI

giovedì 4 ottobre 2007

L'APPELLO...UOMINI E DONNE FIRMATE

Noi, uomini e donne, siamo convinti che dalla diversità nasca la ricchezza, siamo consapevoli che nel nostro paese sia necessario creare condizioni per un cambiamento sociale ed economico per una vera evoluzione culturale e sessuale, che metta uomini e donne sullo stesso piano, lavorativo ma anche familiare;

noi siamo convinti che il termine “equiparare” non significhi fare finta che uomini e donne siano uguali, ma mettere tutti in condizione di giocare ogni partita culturale, sociale ed economica sul piano della meritocrazia;

noi, siamo consapevoli che le donne sono risorsa irrinunciabile per la crescita e lo sviluppo italiano, ma purtroppo sottoutilizzata dal Paese in campo lavorativo;

convinti della necessità di un patto intergenerazionale e tra i sessi per migliorare la qualità della vita, per non costringere le donne di oggi e di domani a un continuo barcamenarsi tra gestione della vita familiare e della vita professionale, che ad oggi obbliga le donne italiane a una grave disparità sia nel campo lavorativo che in regime pensionistico, dovuta ad anni di contribuzione insufficienti a causa di un ingresso tardivo nel mercato del lavoro e alle difficoltà di conciliazione della vita familiare e lavorativa;

forti della procedura d’infrazione avviata dalla Corte Europea che ricorda come in Italia la disparità retributiva tra uomini e donne si faccia ancora più pesante in tempi di riposo, oltre che nei periodi di attività lavorativa;

consapevoli dell’urgenza di riformare un welfare adeguato ai cambiamenti della società italiana che passi dalle parole equiparare, includere e innalzare;

noi chiediamo al Governo italiano e alle istituzioni di impegnarsi a garantire:

· Innalzamento ed equiparazione dell’età pensionabile di anzianità a 65 anni, per uomini e per donne

Vincolando le risorse derivate da questo provvedimento a:

· Aumento della spesa dedicata al welfare fino al 2,3% del PIL entro il 2010

· Offerta di asili nido per il 33% dei bambini entro il 2010

· Agevolazioni nelle rette per le famiglie a basso reddito e per le madri single

· Riduzioni fiscali alle donne per incentivare l’ingresso nel mondo del lavoro

· Voucher in busta paga per agevolare il pagamento di lavori per la cura della casa, baby sitting, assistenza ad anziani e disabili

· Incentivi alla creazione di nidi aziendali, anche attraverso incentivi alle imprese

· Più congedi di paternità, non cedibili

· Promozione della Banca delle Ore

· Promozione, rigorosamente bisex, dell’orario flessibile e del part time reversibile

· Collaborazione tra aziende, comuni e regioni per potenziamento asili nido, strutture sportive e culturali dopo scuola, servizi di cura e sostegno per anziani e disabili

· Formazione continua per le donne che rientrano dalla maternità

· Sostegno e incentivo all’imprenditorialità femminile con la continua applicazione della Legge 215/ 1992

Solo con l’applicazione di tutte queste condizioni si potrà superare insieme una discriminazione come quella dell’età pensionabile tra uomini e donne;

In attesa di un cambiamento politico e culturale che da qui può nascere,

sottoscriviamo e diamo forza a questo appello